» Arflex from 60s to 80s »

Dalla Biblioteca del Design, il racconto per immagini delle aziende fondatrici della storica rivista Ottagono.

Come è cambiata la comunicazione dei singoli marchi tra gli anni ’60 e gli anni ’80?

Architetti, designer, progetti, prodotti: in ogni numero due pagine per raccontare la visione del brand e la sua evoluzione.


» Arflex from 60s to 80s »

Nel 1947 Carlo Barassi, ingegnere della Pirelli insieme a Renato Teani, del settore finanziario Pirelli, Pio Reggiani e Aldo Bai, fondano l’azienda Ar-flex ('arredamenti flessibili') poi arflex. Fin da subito, insieme ad un giovane architetto Marco Zanuso, iniziano a sperimentare l’uso della gommapiuma e dei nastri elastici per l’arredamento.


Il primo incontro con il pubblico avviene in occasione della IX Triennale di Milano nel 1951 dopo due anni di sperimentazioni e segna la volontà dell’azienda di creare prodotti di alto livello tecnologico ed estetico, sulle basi di una approfondita ricerca. La Medaglia d'Oro della IX Triennale, assegnata alla poltrona Lady progettata da Marco Zanuso, ha premiato prima di tutto questo aspetto della produzione arflex. Nel corso degli anni la collaborazione tra la Arflex e Zanuso impone, oltre alla già citata poltrona Lady, prodotti nuovi, tecnologici, all'epoca del tutto inconsueti, come il divano Sleep-o-matic (anch’ esso del 1951 Medaglia d'Oro alla X Triennale), poltrona Martingala (1952), poltrona Fourline (1964, Medaglia d'Oro alla XIII Triennale).


Una curiosità - Tra il 1951 e il 1954 su progetto di Carlo Barassi, arflex mise in produzione alcuni modelli di sedili per auto: MilleMiglia e Sedile Lettino adattabili per Fiat Topolino. Si sostituivano ai normali sedili di serie e si caratterizzavano per una notevole comodità, grazie all'impiego della gomma piuma e dei nastri elastici. Le fodere erano asportabili e gli schienali ribaltabili.


Tra i progettisti che hanno lavorato per l'azienda troviamo Franco Albini con la poltrona Fiorenza (1952), mentre lo studio BBPR con le sedie Elettra e Neptunia (1953 e '54) allarga la produzione ai mobili per ufficio.


Fra il 1955 e il 1960 la rosa dei designer collaboratori si amplia negli anni, includendo componenti diverse del design italiano e progettisti delle nuove generazioni: basti citare Carlo Bartoli, Maurizio Calzavara, Joe Colombo del quale produce il contenitore modulare Uomo-Donna (1964), Sergio Mazza fino a Cini Boeri che disegna Bobo (1967), Serpentone (1971) e la linea Strips (1972-79) il cui divano nel 1979 ottiene il premio Compasso d'oro.


Nel 1995 la Seven Salotti rileva il marchio e dal 2005 l’architetto Carlo Colombo ne è il direttore artistico, collaborando con progettisti come Jean Nouvel, Claesson Koivisto Rune, Luca Nichetto, Mario Ruiz.


I prodotti arflex sono presenti nelle collezioni dei più importanti musei del mondo come il MoMa di New York , The Chicago Athenaeum, la Triennale di Milano, il museo della Triennale di Tokyo.

I numeri di Ottagono sono disponibili per la consultazione a tutti i tesserati del Circolo del Design.

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Arflex, 1966.
Arflex, 1969.
Arflex, 1972.
Arflex, 1978.
Arflex, 1982.
Arflex, 1988.