WELCOME TO THE POST-ANALOG CONDITION*

a cura di Studiopepe

Isamu Noguchi, Scultura degli spazi

— 30 Apr, 2020 —
Progetti

- i protagonisti del mondo del design rintracciano nel passato un progetto attraverso cui guardare il presente -

 South Coast Plaza, California
South Coast Plaza, California

Studiopepe è stato fondato da Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto a Milano, e si occupa di design, architettura e direzione creativa, con un approccio concettuale ispirato dall’inaspetatto e grazie a un background di riferimenti iconografico e visionario.

«L’essenza della scultura per me è la percezione dello spazio, il continuum della nostra esistenza.»


«Isamu Noguchi ha passato la sua carriera a sviluppare un immaginario organico a fianco di forme rigidamente geometriche per generare un’armonia degli opposti che rappresenta il suo peculiare approccio in bilico tra due culture: quella giapponese e quella americana. Tradizione e innovazione, astrazione e concretezza, antico e moderno, lavorazione manuale e tecnologia.


Il coinvolgimento di Noguchi nello studio dei parchi giochi, ai quali si dedica senza interruzione per tutta la vita, anche in collaborazione con grandi architetti come Louis Khan, rivela due elementi fondamentali della sua opera: da una parte l’interesse e la cura che dedica all’infanzia -, che viene vista come un’età dalle possibilità illimitate, in cui l’arte è creata come espressione primitiva pura; dall’altra l’aspetto sociale che può svolgere l’arte nell’applicazione della scultura nel mondo reale, nell’attività quotidiana.


La scultura può essere utile alle persone.

Da qui lo studio per la “scultura degli spazi”, l’approfondimento della relazione tra spazi e ambiente, ispirandosi ai giardini di roccia della filosofia Zen.

Questi giardini sono luoghi di interazione sociale anche se è un’interazione rarefatta: è un’interazione che passa per la contemplazione, una relazione che quindi può non implicare il contatto tra due persone oppure implicarlo in modo più sottile, attraverso la contemplazione mutuale del bello e della natura.


Un esempio emblematico è il giardino che realizza tra il 1956 e il 1958 per la sede centrale dell’UNESCO, a Parigi. Noguchi utilizza tutti gli elementi tradizionali del giardino zen, come le pietre piatte disposte per il camminamento (tobi-ishi), la montagna sacra (horai), il ponticello sospeso sull’acqua, la ghiaia, le rocce e gli alberi.


Il giardino orientale è naturocentrico a differenza di quello occidentale che è antropocentrico e anche questo è un passaggio importante, se visto nell’ottica della situazione che stiamo vivendo: la natura riprende i suoi spazi, l’uomo ritorna ad essere una parte del meccanismo della natura. Ora stiamo fronteggiano le drammatiche conseguenze per non aver rispettato questa legge della natura. Noguchi con il suo lavoro ha voluto, in altri tempi e profeticamente, ricordarcelo.


In fin dei conti il giardino ha da sempre avuto un ruolo fondamentale nel percorso e nello sviluppo della civiltà, esprimendo la relazione esistente tra un popolo ed il suo ambiente naturale.


La contemplazione del giardino di pietra (di solito posto all’interno di edifici) avviene anche grazie ai mutamenti della luce e la relazione con chi osserva vive nel cambio di luce il suo episodio più significativo: mentre la luce naturale permea ogni superficie dei giardini esterni, l’interno resta scolpito dalle ombre. Come afferma Junichiro Tanizaki in Libro d’Ombra: “V’è, forse, in noi Orientali, un’inclinazione ad accettare i limiti, e le circostanze, della vita. Ci rassegniamo all’ombra, così com’è, e senza repulsione. La luce è fievole? Lasciamo che le tenebre ci inghiottano, e scopriamo loro una beltà. Al contrario, l’Occidentale crede nel progresso, e vuole mutare di stato. È passato dalla candela al petrolio, dal petrolio al gas, dal gas all’elettricità, inseguendo una chiarità che snidasse sin l’ultima parcella d’ombra”.»



- Studiopepe


Playground Equipment for Ala Moana Park, Hawaii, 1940, via INFGM “I could never believe that the experience of sculpture had to be restricted to vision only. The making and ownership of art could also be beyond personal possession—a common and free experience”
Playground Equipment for Ala Moana Park, Hawaii, 1940, via INFGM “I could never believe that the experience of sculpture had to be restricted to vision only. The making and ownership of art could also be beyond personal possession—a common and free experience”
Gardens for IBM Headquarters, 1964, North Castle Drive, Armonk, NY
Gardens for IBM Headquarters, 1964, North Castle Drive, Armonk, NY
South Coast Plaza, California
South Coast Plaza, California