WELCOME TO THE POST-ANALOG CONDITION*

a cura di Lemonot

U’ Circu

— 05 May, 2020 —
Video

- i protagonisti del mondo del design rintracciano suggestioni visive attraverso cui guardare il presente -

Lemonot è un duo con base a Londra - fondato il 24 giugno 2016, giorno della Brexit, da Sabrina Morreale e Lorenzo Perri - che opera tra architettura ed arti performative, intese come strumenti per destare, innescare e celebrare le forme di teatralità insite nel quotidiano.

«A Cerami, durante le festività dedicate a San Antonio Abate, San Sebastiano e San Biagio, viene esibito un grande trofeo votivo di alloro, addobbato riccamente di ciambelle di pane e arance.

Il trofeo, "u circu" in dialetto, tutto decorato di alloro, viene alzato e abbassato continuamente durante la processione, così da essere afferrato dai ragazzini che prendono il pane e le arance. Dalla chiesa del Santo vengono contemporaneamente lanciati fazzoletti ripieni di caramelle.


Volendo accennare alla valenza religiosa dell'alloro si può dire che la raccolta dell'alloro nei Nebrodi da tanti studiosi e storici è vista come un'immersione nella rigenerazione della vita e una metafora dei cicli vegetativi.

Risalendo dal bosco con l'alloro si ritorna dalla sede misteriosa del soprannaturale, dal caos, dove si trovano le energie nascoste del cosmo: ritornando si garantisce il rifarsi dell'ordine naturale e sociale.

In questo caso, nella festa di gennaio, i giovani che cercano di prendere dal "circu"di alloro pane e arance, sembrano quasi adempiere ad un rito di crescita, di passaggio e, l'alloro si configura come purificazione e liberazione.

I rapporti tra le persone sono un magma misterioso, volitivo ed inconscio, spontaneo ed indotto, soggiogato e libero in egual misura. Animali, fiori e fiumi sono doni o compagni inascoltati, la città è un palcoscenico, talvolta mal diretto, in cui gli oggetti fluttuano come amuleti.

Le relazioni si possono progettare, ripensare, persino fabbricare, ma - fortunatamente - non controllare. Non sono misurabili in centimetri.

Come architetti, oggi ancor di più, abbiamo l’onore e l’onere di cimentarci con questo tema: ci fa paura, lo ammettiamo candidamente.


L’unico modo che conosciamo, per suggerire l’uso delle cose e degli spazi, è quello di imparare ad interrogare le consuetudini, capire la genesi ed i meccanismi di quelle più strane, in cui corpi e mondo costruito si mescolano in attività rituali, quasi stregonesche.

Quella di poter condizionare è un’illusione inadeguata, l’aspirazione ad un atto violento ed intrusivo. Possiamo osservare e, laboriosi, far scommesse.

Il gesto viene prima del codice, l’immaginazione, con la bramosia necessaria, tutta umana, di produrre dei simboli, detta la norma, che si tramanda, si ramifica e si cristallizza in comportamenti da ripetersi con cadenza naturale. È l'eccezionale di un momento a scandire il ritmo del reale, del quotidiano.

L’architettura ha in tutto ciò un ruolo meravigliosamente ambiguo: da un lato non può far altro che attingervi famelica, dall’altro è il mezzo più efficace per renderlo tangibile.» 


- Lemonot