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a cura di Francesco Faccin

Progetto n° 0: Il Fuoco

— 07 Jun, 2020 —
Progetti

-   i protagonisti del mondo del design rintracciano nel passato un progetto attraverso cui guardare il presente   -

via Naked Science
via Naked Science

Francesco Faccin (1977) ha lavorato con Enzo Mari e con il liutaio Francesco Rivolta, prima di aprire nel 2007 il suo studio a Milano. È stato consulente dello studio Michele De Lucchi e attualmente è docente all’Università di Bolzano e presso altri istituti.

“L’uomo è cercatore di senso e non massimizzatore di utilità” cit.


«Parto da questa frase dell'economista Leonardo Becchetti perché mi sembra sia in grado in un lampo di riassumere quello che significa per me stare al mondo e quindi progettare. 

La parola design che in inglese suona così generica e frivola, assume tutt'altro peso se la traduciamo in italiano: progetto, che dal latino significa gettare in avanti. Quindi di fatto è un'azione che crea un ponte tra presente e futuro, tra ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare. Quindi in questo senso progettare è ciò che davvero ci rende umani, è una ricerca del senso delle cose intorno a noi è, uno strumento straordinario che l'uomo ha per capire ed esplorare il mondo ed i fenomeni che lo governano. È un modo per entrare in relazione con altri esseri umani e condividere esperienze. Il progettare placa prima di tutto il desiderio profondo di comprendere e poi solo dopo, forse, assolve ad una funzione pratica ed estetica.

La curiosità instancabile del cercare, non necessariamente del trovare, dà pienezza e senso alle nostre esistenze perché ci sradica dalla dimensione contingente e ci fa viaggiare nel tempo, nel futuro. Perché l'uomo è fatto così!? Non ho risposta naturalmente e mi limito ad osservare che fin dalla scoperta del fuoco, l'uomo, si è scontrato con la necessità di dare un senso all’esistenza, ai fenomeni, ai conflitti interiori e con gli altri individui, alla paura, all'amore... 


Per questo ho scelto lo strumento primitivo per accendere il fuoco: mi piace considerarlo il punto 0 del progettare, da quel momento infatti nulla è più come prima: la caverna diventa una casa, il cibo diventa piacere, il falò diventa comunità, la scimmia diventa uomo. È un oggetto significante.

 

Quello che mi interessa nel progettare è, in fin dei conti, il tentativo di mettermi in contatto con quell’autenticità primigenia che appartiene a tutti gli uomini indistintamente.   

Accendere un fuoco con le proprie mani genera una sensazione di libertà ed autosufficienza. È un processo oggi solo apparentemente inutile ma, che in realtà, ci riconnette in maniera immediata e profonda con la natura e con i nostri predecessori. Fa riaffiorare quell'attitudine preziosissima presente in ogni essere umano di creare bellezza e cambiamento. 


Il paradosso è che al netto di tutte le strabilianti scoperte ed invenzioni scientifiche e conquiste culturali l'uomo è sempre lo stesso di allora e se dovessimo perderci oggi in un luogo selvaggio, la cosa più importante sarebbe ancora la capacità di accendere un fuoco.»


- Francesco Faccin



via Google
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