Biosfera 2 è un progetto costruito tra il 1987 e il 1991 dalla Space Biosphere Ventures. Si tratta di una struttura chiusa contenente un ecosistema completo e autosufficiente che per i due anni successivi ha ospitato un team di 8 scienziati. Si trova in Arizona e gli obiettivi che si ponevano i primi studi al suo interno erano quello di confermare l’ipotesi Gaia del 1972, secondo cui la Terra, le piante e gli animali, si sono evoluti insieme in un sistema autoregolante, e quello di studiare un’eventuale colonizzazione spaziale; al suo interno vi erano una barriera corallina, una foresta di mangrovie, una savana, un deserto, un sistema di agricoltura intensiva e una zona interrata con i laboratori. Il primo esperimento tuttavia non è andato come previsto, per via di alcuni disequilibri che si sono creati da subito (mancanza di sole, morte degli impollinatori e invasioni di formiche e scarafaggi), ma soprattutto per via del fatto che l’ossigeno ha iniziato a calare molto rapidamente mentre la CO2 ad aumentare, causando la morte di molte piante e problemi di salute negli umani. Questo primo fallimento ha tuttavia dato modo agli scienziati di scoprire che l’ossigeno veniva intrappolato dal cemento e ha dato loro nuove informazioni sul ciclo chimico degli elementi dell’atmosfera e sulla loro interazione con gli esseri viventi.
Successivamente la gestione della struttura fu ceduta a Steve Bannon, stratega elettorale di Donald Trump, e la seconda missione sotto la sua guida si concentrò sui cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico, ma l’esperimento del 1994 creò spaccature sociali tra i membri del team e fallì dopo 32 giorni - i sabotatori temevano che l’ambiente all’interno della struttura potesse deteriorarsi e diventare pericoloso a causa di possibili negligenze sulla sicurezza da parte della proprie
Dopo essere appartenuta alla Columbia University fino al 2003, la struttura è stata donata all’Università dell’Arizona: aperta ai visitatori, viene utilizzata ancora oggi per condurre studi, tra gli altri, sui cambiamenti climatici, gli agenti atmosferici, l’evoluzione del paesaggio e l’effetto della siccità sulle foreste pluviali. Infatti, a causa dell’aumento di anidride carbonica durante la prima missione, “lo stato dell’ecosistema oceano di Biosphere 2 è quello che potrebbero raggiungere i nostri oceani in futuro”, ha affermato Diane Thompson, direttrice del centro di oceanografia della struttura.
«In tutto il mondo stiamo assistendo a una trasformazione incredibile. Da una specie che io chiamerei biocida, che intenzionalmente o no ha pensato a sistemi per porre fine alla vita, il più delle volte, a ciò che chiamerei società biofila nella quale impariamo a sostenerci. Potrebbe non sembrare così, ma è vero. Sta accadendo in tutto il mondo, in ogni percorso di vita e ogni tipo di carriera o industria che vi possa venire in mente. Credo che la gente molto spesso si perda. Dicono “come posso trovare la mia strada in tutto questo? È un soggetto talmente vasto!” Io direi che contano le cose piccole. Davvero.»
Jane Poynter, membro della prima spedizione di terronauti.
Qui il video completo.
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