- i protagonisti del mondo del design rintracciano nel passato un progetto attraverso cui guardare il presente -
![Da sinistra: Colors Magazine, no. 2, 1992; Colors Magazine, no. 8, 1994; Colors Magazine, no. 1, 1991; Colors Magazine, no. 5, 1993; Colors Magazine no. 4, 1993; Colors Magazine no. 6, 1994; Colors Magazine no. 12, 1995](https://res.cloudinary.com/dueboq0he/image/upload/v1592040517/circolo-del-design/yqcxotjml8cz2cm7s2dd.jpg)
Etaoin Shrdlu Studio (Edda Bracchi, Stefano Cremisini) è uno studio di progettazione grafica. Attraverso un approccio sintetico e sperimentale, basato sulla ricerca e sul linguaggio, ESS progetta per l’architettura, il design, l’arte e le iniziative culturali. ESS si occupa di editoria, allestimento e identità visiva.
«Nel 1991 nasce «Colors. Una rivista che parla del resto del mondo». I primi tredici numeri, ideati e progettati da Tibor Kalman (1949–1999) e Oliviero Toscani (1942, –), promuovono un linguaggio editoriale nuovo, rappresentando una piccola utopia progettuale. «Colors» è un magazine internazionale multiculturale rivolto a un pubblico giovane e per definizione permeabile. I numeri sono l’occasione per approfondire tematiche come razzismo, AIDS, riciclo, inquinamento, consumo, religione, ecologia.
Attraverso la contaminazione del linguaggio fotografico e di quello tipografico e di un rapporto tra testo e immagine efficace pur senza semplificazioni, «Colors» promuove una nuova consapevolezza culturale e la diversità come risorsa umana fondamentale. Il carattere sperimentale di ogni numero rivela una grande libertà progettuale e l’intenzione di un’entropia capace di attivare la lettura del contenuto informativo, lasciando ampio spazio alla riflessione e all’immaginario visivo. Il no. 7 – AIDS, in particolare, racconta i pregiudizi, i miti e le modalità di trasmissione del virus, provando a fare chiarezza sul rischio di contagio ma anche sui rischi degli stereotipi.
Per Tibor Kalman — “perverse optimist” e Editor in Chief della rivista — «Colors» è stata una piattaforma temporanea, una sorta di TAZ (Temporary Autonomous Zone, Hakim Bey), come ha scritto Rick Poynor nella sua monografia.»
![Colors Magazine, no. 7, 1994](https://res.cloudinary.com/dueboq0he/image/upload/v1592040518/circolo-del-design/zwn3yuvpdvaoail9n7za.jpg)
![Colors Magazine, no. 7, 1994](https://res.cloudinary.com/dueboq0he/image/upload/v1592040520/circolo-del-design/qwc3gj6s6wiceu5tkjzp.jpg)
![Colors Magazine, no. 4, 1993](https://res.cloudinary.com/dueboq0he/image/upload/v1592040522/circolo-del-design/tyu2c2kg8j0ppusxliwu.jpg)
![Colors Magazine, no. 6, 1994](https://res.cloudinary.com/dueboq0he/image/upload/v1592040523/circolo-del-design/f8bucqpumtr6ekbln3qf.jpg)